Inclusione digitale in Europa nel 2021
La democratizzazione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione è un elemento fondamentale per una società moderna, pertanto il loro utilizzo deve essere indipendente dalla condizione di ciascuno. Lo sviluppo tecnologico di una nazione parte dalla partecipazione alla vita sociale ed economica di tutti i cittadini.
L’attivazione di politiche e di progetti che permettano a sempre più persone di accedere alle opportunità offerte da Internet.
Il divario digitale fa molto di più che dividere le persone che hanno accesso a Internet da quelle che non lo fanno.
Basti pensare ai vantaggi forniti dalla formazione online e dallo smart working, diventati fondamentali per garantire la continuità formativa degli studenti e lavorativa delle aziende, in un momento critico come quello della pandemia di COVID-19.
La stessa Commissione europea, ha emesso le sue linee guida affinché gli stati si attivino per migliorare l’inclusione digitale. Consentendo a tutte le persone di contribuire e trarre vantaggio dall’economia e dalla società digitali.
In base ai dati forniti dall’Eurostat per il 2021, possiamo evidenziare due indicatori dello stato e dei progressi raggiunti dalle nazioni europee in materia di digital inclusion.
Uno relativo alla percentuale di persone che non hanno mai fatto accesso ad alcun servizio online, il secondo è relativo alla percentuale di popolazione europea che accede ad internet almeno una volta alla settimana.
Percentuale di persone che nel 2021 non hanno mai eseguito alcun accesso ad internet e servizi digitali, suddivise per nazioni
L’Italia migliora i dati relativi a questo indicatore. Con ben il -3% di popolazione che non utilizza internet. Dal 14% del 2020 si è passati al 11% della popolazione italiana che non ha mai fatto accesso ad internet nel 2021. Una buona notizia, in linea con il percorso di digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni avviato dal Governo Italiano anche grazie ai finanziamenti del PNRR. Anche grazie all’avvio di progetti di divulgazione delle competenze digitali, che rivestono un ruolo di cruciale importanza perché riconoscono l’accesso ai benefici prodotti dalla trasformazione digitale come principio base del fondo #NextGenerationEU.
Le nazioni più virtuose, con la minor percentuale di cittadini che non utilizzano alcun servizio digitale sono Islanda, Norvegia, Svezia, Danimarca e Lussemburgo.
Fonte: EurostatPercentuale di persone che nel 2021 utilizzano internet almeno una volta a settimana, suddivise per nazione di residenza.
Con un +4% la situazione migliora anche qui. Passando dal 76% del 2020 all’80% della popolazione che accede ad internet almeno una volta a settimana. Confrontata con le altre nazioni europee, nonostante i progressi compiuti, l’Italia rimane al quintultimo posto assieme alla Serbia, Croazia e Portogallo. Sotto L’Italia restano Albania, Grecia, Bosnia ed Erzegovina ed infine la Bulgaria. Interessante osservare come l’Irlanda con un +10% rispetto all’anno precedente, sia passata dal 89% del 2020 al ben il 98% della popolazione che utilizza i servizi digitali almeno una volta a settimana.
L’Italia rimane nel gruppo dei paesi europei con la più bassa inclusione digitale.
Un ritardo che penalizza lo sviluppo sociale ed economico della nazione, le cui cause sono tutte riconducibili ad un processo di digitalizzazione non ancora abbastanza inclusivo per i minori e le famiglie e persone socialmente svantaggiate.
I progressi e le riforme da attuare per un nuovo circolo virtuoso, che permetta di recuperare questo ritardo sono ancora molte, pertanto è fondamentale non rallentare tutti i progetti avviati con il fondo #NextGenerationEU.